Il mio debutto alla Carnegie Hall: ricordando New York
Il mio debutto alla Carnegie Hall: per il suo secondo anniversario ecco tutta la storia…Posso sicuramente dire che Il mio debutto come compositore il 12 Dicembre 2015 alla Carnegie Hall di New York City (vedi articolo) è stata sicuramente una delle esperienze più belle e importanti della mia carriera fino ad oggi, e dato che ieri è stato il secondo anniversario volevo condividerla e ricordarla in questo post.
Un buon inizio…
Difficile descrivere a parole ciò che ho provato nel momento in cui ho saputo che avrei fatto il mio debutto alla Carnegie Hall di New York: una delle sale più prestigiose al mondo…la vittoria del Respighi Prize Music Competition 2014 mi aveva aperto una porta molto importante per la mia carriera di compositore.
Per fortuna non ero solo…
Ancora più complesso sarebbe descrivere il momento precedente all’esecuzione… La Chamber Orchestra of NY diretta da Salvatore di Vittorio era pronta a suonare e la tensione si stava accumulando già da un po’ dentro di me: stavo realizzando che il mio debutto alla Carnegie Hall si stava avvicinando. Mentre il programma si svolgeva con le splendide esecuzioni di Lullaby di George Gershwin e della bellissima (e magistralmente eseguita) Serenata per Archi di Tchaikovsky la mia situazione continuava a “peggiorare”. Per fortuna al mio fianco c’era Cristina (che dal Luglio scorso è diventata mia moglie), senza di lei credo sarebbe stato tutto molto diverso, più incompleto e forse non sarei stato poi così bravo a gestire tante emozioni in una sola volta.
Piacevoli momenti di tensione
Giunto il momento della prima nota è stato come se fossi stato io sul palco a suonare: la stessa tensione che si prova quando hai davanti il pubblico e inizi ca produrre il primo suono rompendo il silenzio…..Inoltre il peso storico della location si stava facendo sentire… Ho seguito ogni gesto e ascoltato ogni nota fino alla fine del mio brano e nel momento in cui sono esplosi gli applausi del pubblico, fortunatamente entusiasta, è come se la tensione si fosse dileguata in un lampo ma non immaginavo che tutto ciò che sarebbe avvenuto di li a poco mi avrebbe travolto come un turbine…
La realizzazione dell’artista attraverso la sua arte: il cerchio si chiude
Infatti durante l’intermezzo molte persone del pubblico mi si avvicinarono per stringermi la mano e farmi i complimenti per il mio brano e la stessa cosa si sarebbe ripetuta alla fine della serata dopo l’esecuzione dell’ultima stupenda composizione in programma il Concerto per Pianoforte n.1 di Shostakovich eseguita dalla bravissima pianista Di Wu. Credo di poter dire che i momenti in cui le persone del pubblico si avvicinano per complimentarsi con te dopo un concerto, specialmente nel caso di una tua composizione, rappresentino l’evento più gratificante per un musicista, in particolar modo credo sia stato il momento più intenso nel quale il mio scopo come artista si è veramente compiuto. Un po’ come quando finisci di disegnare un cerchio e lo chiudi: dopo l’ispirazione, la prima bozza dell’idea principale del brano, l’inizio della fase di composizione che man mano nei mesi si è lentamente sviluppata, il lungo lavoro di orchestrazione e di revisione che fino all’ultimo dettaglio gli hanno dato forma e non ultima la lunga quasi interminabile attesa (2 anni) prima che l’opera prendesse vita concreta nell’esecuzione dal vivo. Tutto questo è parte di un processo che dall’inizio alla fine rappresenta l’opera e il compositore legandoli come in un’unica entità, entità non veramente realizzata fino al momento in cui avviene l’esecuzione e il pubblico percepisce in qualche modo il significato contenuto nell’opera. Il processo di comunicazione fra pubblico e opera – e quindi fra compositore e pubblico – è secondo me ciò che ha permesso all’arte di prendere forma e vita, ciò a cui ogni artista dovrebbe tendere e che quella sera ho percepito in modo molto intenso e che spero in futuro abbia ancora occasione di sentire.
Emiliano Imondi