Project Description

IL TAO DELL’ACQUA

IL TAO DELL’ACQUA | Dialogo in musica per due strumenti, narratore e danzatrice liberamente ispirato a un testo di Zhuang Zi

Prima Assoluta 13 Luglio 2018
per l’evento “Musica d’Acqua”Garda Lake Music Festival
Esecutori: Giancarlo Bussola (viola) Martino Panizza (arpa), Barbara Roganti (voce narrante e drammaturgia), Chiara Taviani (coreografa e danza)
Parco San Vito
Sirmione (BS), Italia

TESTO

Testo originale La Piena Autunnale di Zhuang Zi (300 A.C. c.ca) – Elaborazione e adattamento di Emiliano Imondi

PROLOGO: Osservare l’Immensità

All’arrivo della piena autunnale, cento fiumi si riversavano nel Fiume Giallo e il suo corso si allargava

tanto che da una sponda all’altra non si distingueva un bue da un cavallo. Il signore del Fiume gioì

pensando che ogni bellezza del mondo si era riunita in lui, seguì allora la corrente giungendo al

Mare del Nord, ne contemplò le illimitate acque, poi si rivolse a Ruo il signore del Mare: «Si dice che

chi impara un centinaio di cose sulla verità si crede superiore a tutti. Prima non ci credevo ma ora,

vedendo la vostra immensità, capisco il pericolo della mia vecchia convinzione».

I. La Rana sa Come è Immutabile il Mare?

Ruo del Mare rispose: «Non si può parlare del mare alla rana che abita in un pozzo, vive in uno spazio

troppo limitato; ne si può parlare del ghiaccio all’insetto che vive solo d’estate, vive un tempo troppo

limitato. A voi che avete capito la vostra mediocrità quando siete uscito a vedere il mare immenso, si

può parlare dell’ordine universale. Fra le acque del mondo, la più grande è il mare. Innumerevoli fiumi

vi si riversano senza colmarlo; Il canale defluente non riesce a vuotarlo. È sempre identico in ogni

stagione, ignora l’inondazione e la siccità. Ma le acque non mi ispirano orgoglio perché in confronto

al cielo e alla terra sento di essere, nell’universo, non più grande di un sasso su una montagna.

Cosciente della mia piccolezza, come oserei inorgoglirmi? Se si misura col metro del cielo e della terra,

lo spazio dai quattro mari non è forse simile a un formicaio? Se si misura col metro dei quattro mari,

la Cina non è simile a un chicco di grano? Rispetto a tutti gli esseri l’uomo non è forse come la punta

di un pelo in confronto al corpo di un cavallo?».

II. Nessun Confine

Il signore del Fiume chiese: «Quindi il cielo e la terra rappresentano l’ampiezza e la punta del pelo

la piccolezza?».

«La misura degli esseri è infinita,» disse Ruo: «il loro tempo non ha termine, la loro condizione non

ha permanenza, la durata della loro esistenza non eguaglia quella che la precede. Ciò che sanno non

eguaglia ciò che ignorano. Partire dall’estremamente piccolo per esaurire l’estremamente grande

significa smarrirsi senza più trovare se stessi».

III. Nessuna Distinzione

l signore del Fiume chiese: «È vero che il sottile non ha forma e il grosso non può essere circoscritto?».

Ruo gli rispose: «Con le parole si può esprimere il grosso delle cose e con le idee si può arrivare al

sottile delle cose. L’uomo che raggiunge il Tao sa che tra bene e male non c’è distinzione assoluta e che

sottile e grosso non si possono definire, per questo è ignorato dal mondo e non ha successo;

il grand’uomo è senza io, ecco la suprema rinuncia!».

IV. Il Ciclo del Mondo

«Ma allora,» chiese il signore del Fiume «cosa dovrei fare e cosa non fare?».

Ruo del Mare gli rispose: «Non vi aggrappate alle vostre idee per il Tao tutte le cose sono uguali.

Crescere e decrescere, finire e ricominciare, ecco il ciclo del mondo. La vita è come il galoppo del

cavallo: ad ogni movimento si modifica, ad ogni istante si sposta. Abbandonatevi alle vostre

trasformazioni naturali».

V. Conoscere il Tao

«Quindi, cosa c’è di così prezioso nel Tao?» chiese il signore del Fiume.

«Chi conosce il Tao» rispose Ruo «capisce l’ordine dell’universo; chi capisce l’ordine dell’universo sa

valutare le circostanze; chi sa valutare le circostanze sfugge al male delle cose esteriori. Il cielo esiste

all’interno, l’uomo esiste all’esterno…».

VI. Il Cielo e L’Uomo

«Cos’è allora il cielo e cos’è l’uomo?» chiese il signore del Fiume.

Ruo del Mare gli rispose: «Il bue e il cavallo hanno quattro zampe, ecco il cielo; si imbriglia la testa

del cavallo e si passa un anello fra le narici del bue, ecco l’uomo. Osservare l’ordine universale senza

allontanarsene, è far ritorno all’autenticità».

INTERLUDIO: La Danza del Tao

(strumentale)

VII. La Gioia dei Pesci

«Passeggiando sull’argine del fiume Hao Zhuang Zi disse a Hui Zi: «Guardate i pesciolini, come nuotano

a loro agio! È questa la gioia dei pesci».

«Voi non siete un pesce» disse Hui Zi. «Come sapete qual è la gioia dei pesci?».

«Voi non siete me» rispose Zhuang Zi. «Come sapete che non so qual è la gioia dei pesci?».

«Io non sono voi,» disse Hui Zi «e certamente non so quello che sapete. Ma sicuramente voi non siete un

pesce, ed è evidente che non sapete qual è la gioia dei pesci».

«Torniamo alla nostra prima domanda» disse Zhuang Zi. «Mi avete chiesto: come sapete qual è la gioia

dei pesci? Sapevate che lo sapevo, visto che mi avete chiesto come lo sapevo. Lo so perché sono

sull’argine del fiume Hao».

EPILOGO: La Grande Gioia del Mare

(strumentale)